Il Castello di Querceto

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Le origini del Castello

Un tempo Castello di Querceto si ergeva per difendere la zona circostante, come una vedetta su una delle principali arterie di epoca romana, la via Cassia Imperiale, che fu costruita dall’Imperatore Adriano nel 123 d.C.; oggi, incorniciato dal verde dei boschi e delle colline tipiche del Chianti, protegge come un bene prezioso il patrimonio delle sue vigne e dei suoi oliveti, che si sviluppano sui versanti della valle di Dudda, dal passo del Sugame, verso Lucolena ed il monte San Michele.

Il lungo corpo a forma di elle, il caratteristico torrione, al centro della facciata, l’antica merlatura guelfa, riportano alla mente dei visitatori le caratteristiche tipiche dei Castelli Medioevali ricchi di fascino e storia.

L’edificio attuale

L’attuale Castello è stato edificato nel XVI secolo d.C.. L’edificio medievale originale venne saccheggiato, bruciato e distrutto alla fine del XV secolo, nel corso di una delle numerose guerre combattute in quel tempo, insieme alle case che lo circondavano.

La cinta muraria venne quasi completamente smantellata lasciando in piedi solo la parte che sovrasta la valle, visibile ancora oggi, a sostegno parziale della struttura edificata successivamente.

Il restauro

L’opera di ricostruzione ebbe inizio grazie ad uno dei membri della famiglia Canigiani, allora proprietaria della struttura. Successivamente fu acquistato dalla famosa famiglia Pitti, che lo mantenne per un lungo periodo, utilizzandolo come residenza di campagna.

Dal 1897 è di proprietà della famiglia François ed è l’emblema dell’azienda, una delle tenute storiche del Chianti Classico.

Lo stemma familiare

“L’invidia compagna della virtù”

Virtutis invidia comes

Lo stemma della Famiglia François, riporta il motto virtutis invidia comes “l’invidia compagna della virtù” ed è caratterizzato dall’utilizzo di simboli e colori che, come una sorta di D.N.A. storico, attraverso il loro significato attribuiscono alla famiglia particolari caratteristiche:
In campo azzurro, la banda dorata e decorata con un’aquila nel centro con le ali spiegate e affiancata da due stelle a sei raggi di rosso e in punta i tre monti d’oro.

In alto il cimiero con lo scudo, l’elmo e la visiera chiusa; la testa del liocorno e sopra di essi la corona marchionale.

I colori

La banda su cui si trovano le due stelle e l’aquila è il simbolo delle antiche famiglie guelfe ed inoltre rappresenta il Cavalierato o gli altri gradi dell’esercito.

Il color oro è la più nobile tra tutte le tonalità e simboleggia la forza, la fede, la ricchezza ed il comando.

L’azzurro, essendo il colore del cielo, racchiude in se molte doti: rappresenta la nobiltà delle idee che salgono alte verso l’infinito, è sinonimo di incorruttibile fermezza poiché come il cielo non può essere né corrotto né mutato, rappresenta la gloria, in quanto s’innalza sulle cose terrene, e la virtù, poiché essa è dote celeste.

I simboli

L’aquila, rappresentata con le ali spiegate in atto di attacco, evoca la fierezza della nascita e la consapevolezza del proprio rango. È anche segno della concessione imperiale.

Il liocorno, invece, è il simbolo della forza e della generosa vittoria.

Le tre montagne rappresentate nell’emblema hanno la caratteristica foggia a monte all’italiana di tre cime, cioè con cilindri coperti da calotte sferiche che si sovrappongono a piramide. Questo tipo di stilizzazione indica possedimenti più o meno numerosi a seconda dei monti effigiati. Sarebbe anche un riferimento alle antiche origini in Alta Savoia.

Le stelle simboleggiano l’aspirazione a cose superiori, ad azioni sublimi sotto la guida sicura delle leggi divine che avrebbero conservato la Casata sempre felice e prospera. In Toscana la stella, inoltre, contraddistingueva le famiglie che appoggiavano la parte Guelfa.

La Famiglia François

"

1354

LE ORIGINI

  • Le prime notizie sulla famiglia François provengono dall’Alta Savoia
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1740

IL VIAGGIO IN TOSCANA

  • Il trasferimento della famiglia in Toscana al servizio della Casa Imperiale
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1749

IL TITOLO NOBILIARE

1844

ALESSANDRO E LA SCOPERTA DEL MONDO ETRUSCO

  • L’archeologo Alessandro François darà lustro alla famiglia attraverso importanti scoperte
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1897

L’AZIENDA AGRICOLA

  • Carlo François acquista la tenuta di Castello di Querceto
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1924

FONDATORI DEL CONSORZIO

  • La famiglia contribuì alla nascita del Consorzio del Chianti Classico
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Oggi

LA QUINTA GENERAZIONE

  • La famiglia e lo sviluppo dell’azienda fino ai nostri giorni
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Chianti Classico,
bellezza incontaminata

l territorio del Chianti Classico, grazie alla sua incontaminata bellezza, alla sinuosità delle verdi e rilassanti colline coperte da vigneti, oliveti e boschi, ai romantici casali e ai pittoreschi borghi medioevali.

È una delle mete più ambite per turisti ed appassionati desiderosi di lasciarsi conquistare dal “buon vivere Toscano”, che invita, nel relax della natura, ad assaporare i gusti unici delle antiche ricette tradizionali e dei suoi vini.

Il territorio si estende per circa 70.000 ettari, a cavallo tra le province di Firenze e Siena e comprende per

intero i comuni di Greve in Chianti, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti e in parte quelli di San Casciano in Val di Pesa, Barberino Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi.
Le caratteristiche pedo-climatiche rendono questo territorio particolarmente vocato alla produzione di vini di alta qualità.

La coltivazione della vite

La Toscana è una terra che ha imparato a coltivare razionalmente piuttosto tardi, ad eccezione del panorama del Chianti dove, già a metà Ottocento, la vite coltivata a palo in vigne specializzate rappresentava il terreno a più alto rendimento dell’intera regione. Infatti fin dal 24 settembre 1716, con il bando di Cosimo III de’ Medici, per la prima volta vennero delimitate delle zone di produzione specifiche (Chianti, Pomino, Valdarno di Sopra e Carmignano), a dimostrazione della particolare vocazione di questi territori alla produzione di vino.

Oggi nella regione del Chianti si coltivano circa 7.000 ettari di vigneti, corrispondenti solo al 10% dell’estensione totale, caratteristica peculiare del territorio, che testimonia la varietà ed unicità del suo paesaggio.

Il protagonista indiscusso di tali vigneti è il Sangiovese, ingrediente principale, talvolta unico, del vino Chianti Classico.